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Pasqua a San Fratello fra natura e folklore

Pasqua a San Fratello fra natura e folklore

​Il paese di San Fratello, in Sicilia, sorge nel cuore dei monti Nebrodi in un incantevole scenario naturalistico all'interno dell'omonimo Parco. Si affaccia sulla costa tirrenica tra Capo d'Orlando e Santo Stefano di Camastra in posizione sopraelevata tanto che sporgendosi da uno dei diversi punti panoramici a disposizione dei turisti si ha quasi l'impressione di essere su di un balcone, ma circondato da incantevoli boschi.

Ed proprio il bosco una delle principali attrattive di San Fratello, fittissimo, fatto di querce, olmi, faggi, popolato da istrici, volpi, gatti selvatici, martore, tartarughe e numerose specie di uccelli. Accanto alle bellezze naturalistiche a cui si devono aggiungere i particolari allevamenti di cavalli di razza araba, rinomati in tutto il mondo, non mancano poi le attrattive culturali, questo paese infatti vanta origini molto antiche che ci riportano all'XI secolo, periodo in cui in Sicilia giunsero un gruppo di lombardi, piempontesi, liguri, emiliani, e francesi al seguito del gran conte Ruggero. Retaggi di questo lontano passato permangono nel dialetto locale, un misto di francese e lombardo, un particolare idioma franco-italico diverso da qualsiasi altro presente sull'isola. La fondazione della cittadina tuttavia sarebbe ancora precedente all'età medievale infatti risalirebbe al III secolo a.C. E si tratterebbe della greca Apollonia. Il nome del paese non è però legato a questo periodo, ma alla successiva dominazione romana quando, si racconta che, al tempo dell'imperastore Valerio vennero martirizzati proprio tre fratelli Alfio Cirino e Filadelfio le cui reliquie sono ancora oggi custodite nella Chiesa Madre di Mria SS. Assunta. Interessanti anche il santuario di San Benedetto il moro che custodisce un crocifisso ligneo in stile fiammingo di Fra Umile da Pietrlia e il convento di San Francesco del XVI secolo con la sua biblioteca ricchissima di antichi volumi di pregio e preziosi codici manoscritti.

 Ma il motivo per cui il nome di san Fratello è davvero noto è la celebrazione del triduo pasquale. Il paesino siciliano infatti tramanda da secoli una originalissima attenzione ai riti della settimana santa, presentandosi così come una delle più affascinanti mete per trascorrere la Pasqua. La Domenica delle Palme il paese si anima con la processione della Pietà che si articola per le vie del centro, il lunedì e il martedì sono giorni di silenzio e preghiera mentre il mercoledì già dall'alba si comincia con i preparativi e l'allestimento dei sepolcri in tutte le chiese parrocchiali all'interno delle quali vengono disposti piatti con grano germogliato, lenticchie e ceci fatti crescere per qualche settimana al buio. Si entra poi nel culmine del triduo con la Festa dei Giudei vera e propria, una drammatizzazione della Passione che proseguirà fino al venerdì Santo. I Giudei che nella tradizione percossero e condussero Cristo al Calvario indossano tutti un coloratissimo costume che le diverse famiglie si tramandano da generazioni, fatto da calzoni rossi e da una giubba gialla e rossa arricchita da perline e ricami dal sapore arabeggiante. Essi hanno il viso coperto da una maschera e portano sul capo un cappuccio che culmina in un lungo cordoncino che via via si assottiglia sempre più ed un elmetto decorato con un pennacchio o con una croce. Completano l'abbigliamento ciglia finte e molto vistose, scarpe di cuoio e stoffa, catene a maglie larghe, trombe militari che i Giudei suonano durante la processione facendo un gran baccano. Un'usanza dunque antica probabilmente risalente al medioevo e decisamente singolare, infatti non si celebra nulla di simile ne in tutta la Sicilia nè in alcun altra parte d'Italia. Apparentemente potrebbe sembrare una sorta di carnevale al rovescio dove si urla e si fanno schiamazzi lì dove al contrario si dovrebbe piangere e bisognerebbe unirsi al cordoglio di tutta la cristianità. Una manifestazione dunque dove protagonisti sono personaggi chiassosi, grotteschi apparentemente incomprensibili nei quali, secondo alcuni studiosi, andrebbero forse a confluire usanze pre-cristiane di origine apotropaiche volte a propizziare i futuri raccolti, qualunque sia l'origine di tale manifestazione tuttavia ciò che è certo è che a San Freatello si respira un'aria unica in una straordinaria commistione tra sacro e profano che renderà le feste pasquali un'esperienza unica ed indimenticabile.

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